“Che cosa ti dò, bella?”
Senti questa, ma bella a chi!? Con questo tono ammiccante, poi, neanche ci conoscessimo da anni. E invece è la prima volta che faccio la spesa qui. Ha un’aria simpatica, però, un po’ strafottente ma simpatica. Mi ricorda Flo, la cotonatissima e ruminante amica di Alice. Adesso mi faccio tutta sussiegosa e la freddo io. Cordiale ma gelida.
“Buongiorno, signora. Due chili di pesche, per favore.”
“Eh vabbè, pesche vuoi…Ma quali, cara? Queste qua a un euro e virgola, o queste qua, gialle e rosa col vellutino, a due euro e virgola? Oppure queste senza vellutino più piccole? Altrimenti ci sono quelle grandi senza vellutino in offerta.”
MAI DARE AD UNA STEFI DEL SEGNO DEI PESCI TROPPE OPZIONI.
Comincerà ad annaspare, ad annegare nel mare delle possibilità senza riuscire a decidere. Ma per fortuna c’è Flo.
“No, perchè se chiedi a me, le migliori sono quelle gialle e rosa. Costano un po’ di più ma credimi, CREDIMI, sono morbide e sugose ma compatte nello stesso tempo. Così quando le mordi, non ti sbrodoli. Hai presente la consistenza della mela? Ecco, così.”
Brava Flo. Mi ammorbidisco un po’ pure io, ma mantengo l’asciuttezza. Presente le mele? Ecco.
“E un melone, grazie.”
“Ottimo. Come lo vuoi, stella? Retato o liscio? O vuoi uno di questi bei poponi rugosi?”
Boccheggio. La guardo con occhio pallato e supplice.
“…No, perchè se chiedi a me, meglio di quelli lisci non c’è.”
“Sul serio?”
“Neanche da paragonare. Un sapore che quelli retati se lo scordano. Son tutti acquosi, quelli. Fidati. Prendilo liscio. Anzi, prendine due, che quelli lisci sono un po’ piccoli. L’altra sera noi ne abbiamo mangiati tre in due, vero Icio?”.
Esce Icio dal retrobottega. Dice di sì. Exit Icio.
“Due, dicevo. Hai una bambina piccola?”
“S-s-ì. Come lo sai?”
Son passata a dare del tu anch’io. Rotto il ghiaccio, comincio a diventare acquosa.
“Eh, cara, ho visto il seggiolino nella tua macchina. Quanto ha?”
“Quattro mesi.”
“Guarda, ti auguro che sia una bambina sempre sana e CREATIVA.”
Dice così, Flo, creativa. Mi guarda negli occhi mentre parla, anche se continua a trafficare. SEMBRO INTERESSARLE DAVVERO.
“La vuoi un po’ di verdura già tagliata a pezzetti per farti una bella zuppetta stasera?”
“Mah, una zuppetta con ‘sto caldo…”
“La fai prima e te la mangi tiepida. Perchè magari devi perdere un paio di chili adesso, no? Dopo aver avuto mio figlio io la sera mangiavo solo zuppe, avevo dieci chili da buttar giù. Eh, Icio, ti ricordi quante zuppe mi mangiavo dopo aver partorito?”
Esce Icio, dice di sì. Exit Icio.
“Che poi guarda, questo misto è veramente disintossicante, niente patata. Se la vuoi, la puoi aggiungere tu. Si sa, con la patata – strizza l’occhio a me e all’altro signore dentro al negozio – è tutto più buono!”.
Nooooo, Flo, il doppio senso nooooooooo. Se non altro Icio non viene esortato a perorare la causa della patata.
“Se chiedi a me, stai già bene così, non devi buttar giù proprio niente. Ma se vuoi perdere un po’ di peso, vai con le zuppette. Un paio di settimane e torni un figurino”.
Non ero un figurino neanche prima, Flo, è la prima volta che mi vedi, ricordi? Ma non è più tempo di sottilizzare. Hai vinto, sono tua. Vendimi tutto quello che vuoi, pomodori, cetrioli, melanzane, angurie, banaaaaaaaaaaane e lampooooooone.
“Ok, prendo la zuppetta”.
“Brava. Adesso ti mando a casa. Lo vuoi un peperone?”
“Non li digerisco.”
“Brava, stella. neanche io, di quei mal di testa il giorno dopo…Eh, Icio? Oh, Icio, porta le borse in macchina alla signora, che già avrà abbastanza mal di schiena a furia di spupazzarsi la bambina piccola tutto il giorno. Mi ricordo bene, di quei dolori lombari…”( CAZZO, MA COME FA?!!!!) Mi strizza l’occhio.”Ciao, bella, alla prossima.”
Exit Icio, dice sì e mi porta le borse. Lo seguo docile.
Sulla porta mi giro e la guardo speranzosa “Ciao, alla prossima, allora, eh?”
“Come no, son sempre qua, stella”.
Una grandissima lezione di marketing.