Archive for luglio 2012

Per Alessandro

luglio 30, 2012

Grazie per il tuo ascolto accogliente.

Grazie per la bellezza del tuo ridere e sorridere.

Grazie per il tuo spirito d’avventura e per la tua curiosità: grazie a loro ho scoperto sentieri inaspettati.

Grazie perchè continui a nutrire e coccolare il bambino che è in te, e lo lasci giocare a nascondino con quelli degli altri.

Grazie per i tuoi voli in alto o in basso ma sempre rigorosamente in verticale.

Grazie per esserci, sempre.

Che ti voglio bene lo sai, ma è bene ribadirlo oggi. Buon compleanno.

Un’altra me

luglio 26, 2012

C’è stato un tempo per cui soffrivo tantissimo per amore. Cocentemente.

Una sera tornavo a casa in macchina, alla radio passava E salutala per me di Raffaella Carrà.

Al MA SPERO SOLO CHE NEL TEMPO, CHISSA’ DOVE E CHISSA’ QUANDO, TU PENSI A ME, ho accostato, spento il motore, incrociato le braccia sul volante,  appoggiata sopra la testa e ho pianto sonoramente. Coi singhiozzi e tutto.

Dopo un po’ mi hanno battuto al finestrino, una signora in bicicletta mi ha chiesto se avevo bisogno di una mano: l’aveva scambiata per disperazione da auto in panne.

P.S.: Tengo a precisare che la pena d’amore non risale ai tempi della foto vista sopra, si è consumata almeno una ventina o venticinquina d’anni dopo.

Il Verde e il Nero

luglio 25, 2012

Rufo, il mio gatto

La foto sopra non gli rende giustizia, non si vede quanto verdi sono i suoi occhi verdi.

In ogni caso, lui è Rufo alias il Nero Per Casa, la Furia Buia (ce l’avete presente Sdentato in Dragon Trainer?) o il Gattino di Baskerville (lo so, è una boiata, ma a me questo soprannome fa ridere).

Ha sempre quest’espressione da “…zzzo vuoi?” a parte improvvisi accessi di affetto che bisogna assecondare prontamente perchè di breve durata. Può persino abbandonarsi alle coccole in modo disinteressato ma una volta sazio di effusioni troncherà di botto, e non ci sarà lusinga, moina, carezza o grattino che possa trattenerlo.

Se vuole andarsene, se ne va e qualsiasi tentativo per riconquistarlo risulterà poco dignitoso, oltre che inutile. Sotto questo punto di vista il suo amore – se effettivamente è capace di questo sentimento, un gatto – è gratuito proprio come quello del cane. Solo elargito con parsimoniosa degnazione.

E’ il digitale, Watson!

luglio 22, 2012

Agli ortodossi probabilmente l’idea non piace, anzi probabilmente li infastidisce. Una versione moderna di Sherlock Holmes, orrore, e perchè mai? Si rischia di perdere qualcosa di essenziale o di aggiungere elementi estranei, di sfalsare lo Zeitgeist  e blablabla.

Invece a me la serie TV dello Sherlock Holmes del Duemila piace proprio perchè trovo irresistibile il dialogo a distanza che si instaura tra vecchio e nuovo. Il novello Holmes introduce elementi moderni  pur mantenendo legami strettissimi con il personaggio vittoriano: le schermaglie con Watson, reduce oggi come allora dalla guerra in Afghanistan, l’appartamento a Baker Street 221B, il cattivissimo Moriarty , l’ispettore Lestrade. Persino i titoli degli episodi ammiccano a quelli dei racconti di Conan Doyle.

Non è solo il ritmo della narrazione ad essere diverso, più incalzante: a questo ci avevano già abituato la frenesia e le acrobazie dello Sherlock Holmes vitaminico di Guy Ritchie che pur mantenendosi fedele all’ambientazione spaziotemporale originale aveva reso Holmes una sorta di James Bond o Ethan Hunt ante litteram

A fare la differenza è, naturalmente, il fatto che lo Sherlock Holmes del Duemila è praticamente un  nativo digitale: usa il cellulare e il computer, comunica (poco) tramite sms,  maneggia strumenti altamente  tecnologici con smaliziata disinvoltura. Ma questa volta la tecnologia non mira solo a rendere più serrato il ritmo del racconto o a creare effetti speciali mirabolanti. E’ virtuosismo, sì, ma  qui diventa un nuovo e delizioso elemento narrativo a sostegno dell’ottima sceneggiatura. Come? Holmes e Watson comunicano spesso tramite sms: ed ecco che i testi vengono visualizzati direttamente sullo schermo anzichè con l’inquadratura del display del telefono. E veniamo accompagnati nella mente di Holmes mentre mette in atto la tecnica deduttiva per cui è famoso: i particolari che raccoglie dall’osservazione si palesano come scritte sullo schermo, rapide e fugaci come il pensiero.

Holmes farà poi  sempre seguire una dettagliata spiegazione delle sue deduzioni ad uno sbalordito Watson: i duelli verbali tra i due sono gustosi, pieni di affondi e stoccate meravigliosamente british, ascoltare per credere. A coloro che guardino gli episodi in lingua originale consiglio vivamente i sottotitoli, le freddure arrivano improvvise, spesso in rapida successione.

Anche la regia attinge a piene mani dalle tecniche digitali per realizzare balzi spaziali e temporali arditi e repentini:  in un attimo si può passare  da un’ambientazione reale ad una virtuale o psichedelica.

Nei racconti originali l’io narrante è Watson. Nella serie i casi ed i protagonisti vengono narrati apparentemente dall’esterno, ma sorpresa! Watson riassume la veste di narratore creando  un blog in cui posta il resoconto di ogni caso risolto. Non è una bella trovata questa? Ma sì, lo è: come altrimenti potrebbe al giorno d’oggi darci una descrizione attenta dell’incredibile personalità e attività del suo amico?

E a proposito di personalità, guardiamoli più da vicino questi Holmes e Watson coevi.

Lo Sherlock Holmes di Michael Cumberbatch è adorabile: un viso fanciullesco che stride con la voce dalla profondità tanto abissale quanto inaspettata (sì, ho una sorta di feticismo per le voci) e una personalità che combina una gelida superbia con un’irascibilità istrionica. Dimenticatevi lo Sherlock Holmes di Basil Rathbone (di recente lo si è rivisto su RAI5), il nuovo Sherlock è decisamente più intrigante. Ma potete dissentire, naturalmente.

Martin Freeman interpreta il Dott. Watson in chiave più moderna e decisamente meno paciosa. Del corrispettivo letterario mantiene l’equilibrio, sensibilità e buon senso a contrastare gli eccessi caratteriali del suo compagno di avventure. Di nuovo c’è che gode di un discreto successo con le donne.

E poi c’è Moriarty, interpretato da tale Andrew Scott. Favoloso.Un viso che sa virare dall’innocenza alla perversione, una voce che può essere stridula, profonda, svagata, spaventosa. Con Holmes-Cumberbatch condivide l’aspetto fanciullesco, un po’ acerbo, di uomo non ancora fatto.

E’ una serie con tanti punti di forza, insomma: anche la colonna sonora è ben fatta, con un motivetto che ti entra in testa e non ti lascia più. E’ da stamattina che lo canticchio, ed ecco svelato il mistero del perchè cavolo ho scritto questo post.

C’è un tempo per le mele e un tempo per i maròni*

luglio 20, 2012

Personaggi ed interpreti: LUI, STEFI, coro, e nemmeno greco,  di voci bianche (a tratti moleste) in sottofondo, nugoli di mosche e zanzare tigre

Sera, temperatura africana a stridere col rumore svedese di rubinetto che perde.

L: Che c’è per cena?

S: Pollo e insalata.

L: Pollo, quello di ieri?

S: Sì. L’ho tagliato a fettine sottili e l’ho spadellato con un po’ di zucchine.

L: Mmmpf…Potevi farlo un po’ più saporito, non so, con del curry, zenzero…

S: Finiti. Domani faccio la spesa. E poi oggi fa caldo, non mi sento estrosa ai fornelli.

L: Vabbè, dài (Evviva, mi darà un’altra possibilità! Yuppi). Prendo le posate.

S: OK.

L:…

S:…

L: La mia collega, Nadia Dalla Inpastoaglisquali, ha preparato ieri le melanzane alla parmigiana. Ha grigliato melanzane fino alle undici ieri sera. Così non era troppo caldo.

S: Ma che brava.

L:…

S:…

E niente, non c’è una battuta finale, d’altronde da Bergman che cosa ti aspetti? Mi sono solo vista chiosare la scena passandogli il coltello come Jack Nicholson a Kathleen Turner ne L’Onore dei Prizzi.

* No, il titolo non l’ho preso dalla Bibbia.

Una perfetta impudenza (cit.)

luglio 13, 2012

[…]

Sì, questo è il panorama vero e angoscioso dell’Italia di oggi. Ma è un panorama orfano di padri: per la parte che ciascuno vi ha avuto nel generarlo nessuno se ne vuole fare carico. Tutti innocenti. A cominciare dai partiti che fino a novembre dell’anno scorso hanno governato in ambito locale e nazionale. Quei partiti, quegli uomini e quelle donne, che per decenni hanno preso tutte le decisioni che oggi sappiamo sbagliate, quasi sempre senza preoccuparsi del domani ma solo del consenso dell’oggi; che hanno deliberato spese sconsiderate e hanno approvato leggi sempre più rivelatesi mal pensate e peggio ancora applicate. Per non dire dei sindacati, propugnatori abituali di vincoli rivelatisi soffocanti e, specialmente nel pubblico impiego, sostenitori di ope legis rovinosi , di mansionari e organici fuori dalla realtà, portatori di abiti ideologici implacabilmente ostili al merito, alla gerarchia, all’efficienza. Quei sindacati che per bocca di Susanna Camusso ancora oggi rivendicano come un merito indiscusso la prassi della concertazione “tra le parti”, senza neppure un dubbio sulle evidenti conseguenze che una tale prassi ha avuto per decenni ai danni dell’interesse, non “delle parti”, ma di quello generale, di cui deve pur essere garante il governo.

Ernesto Galli Della Loggia, Corriere Della Sera, Venerdì 13 Luglio 2012

Sister Carrie comes to me speaking words of wisdom

luglio 13, 2012

Alla fine tutti i pezzi vanno al posto giusto…Fino a quel momento ridi della confusione, vivi il momento e sii certo che tutto succede per una ragione precisa.

Mango papaya kiwi

luglio 11, 2012

“Che cosa ti dò, bella?”

Senti questa, ma bella a chi!? Con questo tono ammiccante, poi, neanche ci conoscessimo da anni. E invece è la prima volta che faccio la spesa qui. Ha un’aria simpatica, però, un po’ strafottente ma simpatica. Mi ricorda Flo, la cotonatissima e ruminante amica di Alice. Adesso mi faccio tutta sussiegosa e la freddo io. Cordiale ma gelida.

“Buongiorno, signora. Due chili di pesche, per favore.”

“Eh vabbè, pesche vuoi…Ma quali, cara? Queste qua a un euro e virgola, o queste qua, gialle e rosa col vellutino, a due euro e virgola? Oppure queste senza vellutino più piccole? Altrimenti ci sono quelle grandi senza vellutino in offerta.”

MAI DARE AD UNA STEFI DEL SEGNO DEI PESCI TROPPE OPZIONI.

Comincerà ad annaspare, ad annegare nel mare delle possibilità senza riuscire a decidere. Ma per fortuna c’è Flo.

“No, perchè se chiedi a me, le migliori sono quelle gialle e rosa. Costano un po’ di più ma credimi, CREDIMI, sono morbide e sugose ma compatte nello stesso tempo. Così quando le mordi, non ti sbrodoli. Hai presente la consistenza della mela? Ecco, così.”

Brava Flo. Mi ammorbidisco un po’ pure io, ma mantengo l’asciuttezza. Presente le mele? Ecco.

“E un melone, grazie.”

“Ottimo. Come lo vuoi, stella? Retato o liscio? O vuoi uno di questi bei poponi rugosi?”

Boccheggio. La guardo con occhio pallato e supplice.

“…No, perchè se chiedi a me, meglio di quelli lisci non c’è.”

“Sul serio?”

“Neanche da paragonare. Un sapore che quelli retati se lo scordano. Son tutti acquosi, quelli. Fidati. Prendilo liscio. Anzi, prendine due, che quelli lisci sono un po’ piccoli. L’altra sera noi ne abbiamo mangiati tre in due, vero Icio?”.

Esce Icio dal retrobottega. Dice di sì. Exit Icio.

“Due, dicevo. Hai una bambina piccola?”

“S-s-ì. Come lo sai?”

Son passata a dare del tu anch’io. Rotto il ghiaccio, comincio a diventare acquosa.

“Eh, cara, ho visto il seggiolino nella tua macchina. Quanto ha?”

“Quattro mesi.”

“Guarda, ti auguro che sia una bambina sempre sana e CREATIVA.”

Dice così, Flo, creativa. Mi guarda negli occhi mentre parla, anche se continua a trafficare. SEMBRO INTERESSARLE DAVVERO.

“La vuoi un po’ di verdura già tagliata a pezzetti per farti una bella zuppetta stasera?”

“Mah, una zuppetta con ‘sto caldo…”

“La fai prima e te la mangi tiepida. Perchè magari devi perdere un paio di chili adesso, no? Dopo aver avuto mio figlio io la sera mangiavo solo zuppe, avevo dieci chili da buttar giù. Eh, Icio, ti ricordi quante zuppe mi mangiavo dopo aver partorito?”

Esce Icio, dice di sì. Exit Icio.

“Che poi guarda, questo misto è veramente disintossicante, niente patata. Se la vuoi, la puoi aggiungere tu. Si sa, con la patata – strizza l’occhio a me e all’altro signore dentro al negozio – è tutto più buono!”.

Nooooo, Flo,  il doppio senso nooooooooo. Se non altro Icio non viene esortato a perorare la causa della patata.

“Se chiedi a me, stai già bene così, non devi buttar giù proprio niente. Ma se vuoi perdere un po’ di peso, vai con le zuppette. Un paio di settimane e torni un figurino”.

Non ero un figurino neanche prima, Flo, è la prima volta che mi vedi, ricordi? Ma non è più tempo di sottilizzare. Hai vinto, sono tua. Vendimi tutto quello che vuoi, pomodori, cetrioli, melanzane, angurie, banaaaaaaaaaaane e lampooooooone.

“Ok, prendo la zuppetta”.

“Brava. Adesso ti mando a casa. Lo vuoi un peperone?”

“Non li digerisco.”

“Brava, stella. neanche io, di quei mal di testa il giorno dopo…Eh, Icio? Oh, Icio, porta le borse in macchina alla signora, che già avrà abbastanza mal di schiena a furia di spupazzarsi la bambina piccola tutto il giorno. Mi ricordo bene, di quei dolori lombari…”( CAZZO, MA COME FA?!!!!) Mi strizza l’occhio.”Ciao, bella, alla prossima.”

Exit Icio, dice sì e mi porta le borse. Lo seguo docile.

Sulla porta mi giro e la guardo speranzosa “Ciao, alla prossima, allora, eh?”

“Come no, son  sempre qua, stella”.

Una grandissima lezione di marketing.

Il presente che calza a pennello

luglio 7, 2012

Stiamo rientrando dal mare. LUI guida.

“Peccato, – sospiro – queste vacanze sono volate via in un soffio.”

Sorride. “Già. Ma l’estate ce l’abbiamo ancora tutta davanti. Sai quante cose riusciamo a fare ancora!”

Me lo sento gonfiare dentro quel sentimento lì, quello del qui e ora, quello per  cui ti senti esattamente dove vuoi essere. E’ felicità, questa? Sì, è quella, e c’è dell’altro, un’euforia quieta, pienezza, respiri profondi e brividi insieme.

Mi rimanda ad un altro momento, un bel po’ di anni fa.

Eravamo ancora solo amici, ci saremmo messi insieme di lì a qualche giorno.

Comunque, era d’estate, fine giugno, avevamo cenato a casa di un amico, eravamo in tanti. Io aiutavo a lavare i piatti, lui rimetteva in ordine il giardino insieme agli altri.

C’era una finestra in cucina che dava sul giardino. Ad un certo punto l’ho visto alla finestra che guardava dentro, fissava me. Ho detto qualcosa a proposito della serata, della stellata spaziale che lasciava ben sperare per l’indomani. Mi ha proposto un giro in moto. Oppure una passeggiata in montagna. O un giro in bici.

Mi sono messa a ridere e ho detto che un giorno non ci bastava per fare tutto. E lui ha detto contento “Quante cose abbiamo da fare, che bello…”

Uno di quei momenti in cui senti che la tua anima ti è tagliata giusta giusta addosso.

Ciao ciao ciao ciao mare

luglio 6, 2012

Nei giorni scorsi era agitato, non ci siamo visti.

C’era un vento forte, era innervosito, ad ogni tentativo di avvicinamento reagiva spingendomi via.

Ma oggi parto, dovevo salutarlo.

E lui era di ottimo umore, mi ha avvolto nel suo abbraccio verde.

Mi sono lasciata abbracciare, l’ho accarezzato a pelo d’acqua, dove so che gli piace, l’ho arruffato nel profondo, mulinando gambe e braccia per farlo gorgogliare.

Si vede che dispiaceva anche a lui perchè mi ha accompagnato fuori dandomi pacche e buffetti affettuosi, così, per sdrammatizzare un po’.

Chissà quando ci si vede adesso. Non prima di un anno, sicuro.

Una volta fuori, mi sono lasciata sbaciucchiare anche dal sole. Ma senza tristezza, con lui ci si vede anche domani.